Inviti

Le sculture hanno una forma abbozzata, non precisamente identificabile né descrittiva. Non sono forme di solidi geometrici ma non sono nemmeno pietre lasciate grezze. Non rappresentano. Suggeriscono. O meglio sono scolpite per questo scopo. Questa loro caratteristica lascia l’osservatore libero di attribuire un significato ad ogni forma o di cercare di farlo. La sua mente è invitata ad “applicarsi” a ciascuna forma e a comprenderla (comprendere: contenere in sé, abbracciare, racchiudere) perciò ogni forma è avviluppata da una rete neuronale. La scultura rappresenta esattamente questo: il tentativo di una mente pensante di comprendere quanto le sta di fronte. La scultura stessa quindi descrive l’atto dell’osservatore che pensa cosa descriva la scultura che gli sta di fronte in una sorta di gioco escheriano (ricordiamo “mani che disegnano” 1948). Non è interessante conoscere cosa la scultura rappresenti per l’artista che l’ha creata, se stati d’animo, eventi, soggetti viventi o metafore, ciò che conta è cosa quella scultura susciti nella mente di chi la sta osservando e questa è la ragione del titolo “Inviti”. Ogni scultura è dunque un invito a fermarsi e a sentire quali pensieri, sensazioni o emozioni quella forma evochi in ognuno di noi…E questo, a mio avviso, è uno degli scopi dell’arte.