Qualità del pensiero

Ritengo che la modalità di pensiero, individuale e caratteristica di ciascun essere umano, non sia stabile ed immutabile bensì sia sensibile alle innumerevoli variazioni di ciò che ha influenza sul nostro umore o stato d’animo. Ciò che pensiamo non è mai riducibile ad un asettico testo, puro significato, ma è una struttura complessa, a più dimensioni, di cui il significato rappresenta l’impalcatura. Questa struttura si comporta come una spugna intridendosi del contesto in cui quel pensiero è generato: emozioni e sensazioni, attitudini e difficoltà personali, ritmi emotivi o circadiani. Questa serie di lavori è ispirata all’esplorazione di alcune fra le varianti della qualità del pensiero in diversi momenti del giorno o della vita. Chi non ha notato che le caratteristiche del proprio modo di pensare non sono sempre le stesse? L’assolutismo del pensiero notturno e, per certi versi, una certa sua ossessività, non è certo paragonabile alle molteplici interazioni che durante il giorno influenzano e sfumano i nostri ragionamenti… Lo stato lattiginoso in cui ci si trova al risveglio, terra di nessuno che non appartiene né alla notte né al giorno dove la coscienza fa capolino fra la trama dei sogni, influisce sui tempi e i modi in cui i pensieri si formano ed affiorano. Infine, e non a caso, gli inciampi in cui incorre il pensiero di chi subisce un declino cognitivo hanno caratteristiche ben precise e sono meritevoli del nostro sguardo e della nostra comprensione. Anche in questo nuovo ciclo di lavori ho usato, come spesso in passato, la materia che ospita il nostro pensiero, i neuroni, come metafora figurativa del pensiero, soggetto per sua natura astratto e non raffigurabile