Memorie

Pensando ad una persona cara che non è più in vita, la prima sensazione è di assenza, mancanza. Poi emergono i ricordi. Frammenti di vita, sensazioni, immagini, odori, suoni e parole. Frammenti dei contatti e degli scambi condivisi, in tempi remoti o recenti che affiorano senza ordine, spesso contemporaneamente. Memorie personali di quell’unica persona fra tutte quelle che hanno popolato la terra.

Si può visivamente fantasticare che la moltitudine di frammenti si coaguli a ricomporre un’immagine mentale della persona che abbiamo conosciuto e amato, con mille sfaccettature ma riconoscibile, diversa per ciascuno che l’ha amata.

Il ricordo della persona amata vive, si evolve e si modifica con il tempo, nella nostra memoria, anche perché il ricordo delle nostre interazioni è, soprattutto, ricordo di come gli eventi siano stati da noi percepiti. Nel ripercorrerli, in tempi e stati d’animo differenti, anch’essi vengono plasmati e deformati.

Come restituire questa molteplicità in un’unica opera?

Come illustrare un’esperienza che differisce a seconda di chi l’ha vissuta o a seconda di quando la si ricorda?

La serie di lavori intitolati “Memorie” costituisce il mio tentativo di dare corpo a questa esperienza, per quanto astratta sia, usando lo specchio, intero ed in frammenti. Lo specchio, materiale che ci restituisce un’immagine, o molte e che, riflettendo, fa riflettere.

Ho identificato un elemento molto semplice, in questo caso un simbolo, che identificasse una caratteristica fondamentale della persona scomparsa. Qualcosa su cui chi l’ha conosciuta potesse concordare. Questo simbolo, che emerge in rilievo dallo specchio, è l’essenza, il telaio, la struttura su cui i frammenti (di specchio anch’essi) si coagulano a costruire un corpo, essenzialmente fatto di luce, che ci restituisce la sfaccettatura della nostra relazione, riflettendo quanto di noi ha interagito con lei e creando un’occasione per rievocare, almeno metaforicamente, il nostro rapporto.