VIDEO: “PandeMIA”
ovvero la mia pandemia
2020, durata min. 5:04.
Questi primi mesi del 2020 costituiscono un tempo totalmente alieno da quanto abbiamo mai vissuto.
Come artista ho sentito la necessità di metabolizzare l’eccezionalità di quanto stavo vivendo all’interno di un processo creativo.
Sono certa che molti altri creativi abbiano sentito lo stesso bisogno.
Il frutto della mia elaborazione è questo breve video girato, editato e montato interamente in tempo di lockdown, quindi in totale isolamento e confinamento.
Il non aver potuto realizzare tutte le scene che avrei voluto o come le avrei volute, a causa delle limitazioni imposte dalla chiusura, è caratteristica intrinseca del video stesso e, in un certo senso, lo definisce: un video sulla pandemia prodotto durante le fasi più restrittive della libertà di movimento causate dalla pandemia stessa.
Inoltre è, necessariamente, il racconto da un punto di vista personale e privilegiato, da qui il titolo PandeMIA (ovvero, la mia pandemia)
Ho potuto fortunatamente contare sulle innumerevoli risorse della rete per reperire musica e video che non sarei altrimenti stata in grado di produrre e di seguito elenco i contributi acustici e visivi che ho utilizzato nel video.
Ariela Böhm
Vai al video sul mio canale YouTube
Musica:
The Principle Of Inner Necessity by Savfk | https://www.youtube.com/savfkmusic
Degenerate Blues by Alexander Nakarada | https://www.serpentsoundstudios.com
Video:
Eberhard Grossgasteiger “Night sky timelapse”
Mixkit “Drops of water”
Pixabay “Rotation of the earth”
Mitch Martinez www.mitchmartinez.com “Fireball”, “Water drops”
Free Creative Stuff “Colored liquid mixing”
Aaron Burden “Water bubble freezing”
Effetti sonori:
suonoelettronico.com “Passi in campagna”
All’inizio del video scorre questo testo (di Ariela Böhm):
PandeMIA
Scorre placida l’esistenza,
appena increspata da contagi lontani.
Palpiti di empatia
e sollievo per la distanza,
reale o percepita.
All’approssimarsi del morbo
focolai di preoccupazione
e illusoria sensazione di controllo alle frontiere.
Il vortice risucchia il nord,
genera panico, morte, angoscia.
Il mondo guarda,
solidale,
si specchia nel proprio futuro
ormai sfuggito a qualunque confine.
Il mondo si ferma,
raggelato nell’ineluttabilità,
nel dolore della perdita
e nella paura.
La casa si tramuta nel nostro universo,
microcosmo di condivisione o solitudine.
L’affetto diventa virtuale
e perciò più necessario.
I giorni, divenuti intercambiabili,
colano gli uni negli altri,
veloci, perché simili,
si susseguono indifferenti
e accolgono i piccoli rituali della sopravvivenza.
Percorro i sentieri del pensiero
che si dipanano sulle superfici minime
tese fra l’incerta realtà
e l’infinita pena per la strage.
Costretta da recinti invisibili
cerco uno spazio senza limiti
dove vagare con il pensiero,
la curiosità, l’immaginazione,
dove percorrere le infinite superfici
della fantasia e dell’invenzione
e dove trovare nuove soluzioni a nuovi interrogativi.